Macaron, sushi…pizza, baffi neri e mandolino

Maggio il mese dell’EXPO, ne abbiamo sentito tanto parlare, come ogni grande evento che si rispetti tra entusiasmi e polemiche, l’Italia è partita alla volta del cibo e quale miglior nazione se non la nostra, che ha fatto del cibo e delle materie prime l’eccellenza.
Essere italiano è soprattutto avere un occhio di riguardo ai piaceri della tavola…nascere nel meridione significa rafforzare il tutto attraverso un dna che sa di cose fatte in casa e di mega pranzi estenuanti dalle mille portate.
Io nasco e cresco così, in una famiglia napoletana come tante, dove il cibo è un culto e va rispettato tutto…dall’ultima briciola di pane che resta sulla tavola al pasto più luculliano.
Il ricordo delle domeniche in famiglia, dove le tante portate preparate dalla mia mamma messe in bella mostra su di un ripiano in cucina, ancora mi riempie gli occhi e le nari, i profumi, tanti e diversi si sposavano benissimo tra loro in una sinfonia armoniosa. Spesso la domenica mattina, ci si svegliava con il rumore del ragù che “pippiava” sul fuoco e quasi faceva a cazzotti con la colazione che andavamo a consumare noi figlie. La cucina, è sempre stato il regno indiscusso della mia mamma, ancora adesso a distanza di anni, con noi figlie diventate mogli e nel mio caso mamma, la cucina della casa materna resta un tabù. Lei si muove con grazia e sicurezza come in una danza di profumi e realizza qualsiasi cosa la vostra immaginazione culinaria possa anche solo pensare.
Allontanandomi dal focolare materno, dapprima con la vita da single in un monolocale (molto mono e poco locale), poi con la convivenza ed infine con il matrimonio, devo aver portato con me pagine e pagine non scritte di ricettari rubati con gli occhi, ma soprattutto con l’olfatto alla mia mamma. Pagine alle quali ho aggiunto quelle scritte ad ogni viaggio, ad ogni spostamento, ad ogni assaggio nuovo.
L’apertura alle cucine degli altri popoli è una prerogativa molto “mia”, no che non sia riuscita a far assaggiare ai miei del sushi, una moussakà o una ricca paella…ma vuoi mettere una bella parmigiana di melanzane rigorosamente assemblata, dopo aver fritto ad una ad una quelle sfoglie violacee?
Ho un buon rapporto con il cibo, mi piace cucinarlo, mangiarlo ma anche pregustarlo con un solo sguardo, sono praticamente attirata dai libri di cucina (ovunque io mi rechi in viaggio nella valigia del ritorno c’è sempre un “bagaglio” in più), mi piace spulciare i blog di cucina e sperimentare ricette, mi piace variare ogni giorno, è difficile che io possa ripetere per più di due volte anche le ricette vincenti, con sommo disappunto de L’Altra-Metà-Di-Me che ancora aspetta la replica di una buonissima pasta condita con un pesto di pomodori secchi. Sono fatta così.
Ogni giorno nel ruolo di madre cerco di instillare nella piccola Mini-Me la curiosità di aprirsi giorno dopo giorno a cibi e sapori nuovi, presentando a lei combinazioni ogni volta diverse e cercando di fare in modo che vada sempre oltre ad una “lecitissima” reticenza iniziale.
Il mio modo di mangiare si è evoluto nel tempo, meno stravizi, poca carne ma ho conservato dell’alimentazione materna l’amore per il pesce e per le verdure. Poi è naturale sono umana anch’io e concedersi un peccato di gola ogni tanto, sia esso dolce o salato fa parte del piacere del cibo e guai a non assecondare il nostro corpo ;-D.
Ringrazio le Instamamme per avermi dato l’ispirazione per questo post.

 

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